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Relazione finale dei ragazzi

Differenza, una definizione Per differenza s’intende l’alterità, ossia la non identità, tra cose appartenenti allo stesso genere e aventi in comune la qualità per cui differiscono (figura, forma, colore), sicché la differenza implica sempre una determinazione. Sono irlandese, italiano, sudafricano, americano o….?

Sono una persona

• Differente è il mio naso dal Tuo naso

• Differenti sono il colore dei miei capelli e degli occhi dal colore dei Tuoi capelli e dei Tuoi occhi

• Differente è la mia altezza dalla Tua altezza!

Perché io sono una persona unica differente da qualunque altra uguale all’altra in quanto persona.

Non è giusto fare la guerra se qualcuno è di colore diverso o di religioni diverse. GianMarco ci ha fatto vedere un'immagine che raffigura spazzatura e poi un'immagine di un palazzo distrutto. Poi abbiamo parlato dell’ISIS, per cui molti terroristi hanno provocato la guerra e molte persone sono state costrette a fuggire e non hanno né case né cibo. Davide M.

Ogni giorno c'e' gente che soffre, che piange, che scappa. Questi sono gli effetti della guerra sul popolo, sulla gente comune. In questo preciso istante ci sono in atto 52 guerre nel mondo. E poi abbiamo parlato degli stereotipi o pregiudizi, sulla differenza e la diversità'.

 

                                            Conflitti nel mondo

• E noi che pensavamo che la guerra fosse solo in Siria …che ci sembrava tanto lontana dall’Italia… Su questo concetto sono venuti a parlarci Gianmarco e Stella, veri e propri portatori di pace, che fanno parte di un' associazione che opera per combattere le discriminazioni in favore dei diritti. Devo dire che il primo impatto con Gianmarco e' stato di chiedergli se faceva parte dell'Isis, perché sembrava un mediorientale. (esempio di battuta stupida dettata da uno stereotipo) Con Gianmarco abbiamo solo accennato un poco sull' Isis, su chi siano i combattenti, cosa fanno, perché' i terroristi agiscono cosi'. Ci ha fatto vedere sulla lim una foto che inquadrava un cassonetto della spazzatura e quando poi, provocatoriamente, ci ha chiesto secondo noi dove fosse stata scattata, per estrapolare qualche pregiudizio, ci e' riuscito. Abbiamo risposto con determinazione "Napoli!", visto che si parla sempre di Napoli e la spazzatura che l' affligge; in realtà' l' immagine era stata scattata altrove, in Bosnia. Questa attività era per farci vedere il mondo da un altro punto di vista, per non esprimere più a vanvera tanti giudizi che a loro volta, poi, si rivelano pregiudizi. Quindi abbiamo riflettuto sui termini diversità e differenza che possono sembrare uguali, ma non lo sono affatto. E’ difficile da capire il concetto, ma si impara crescendo.

Invece con Stella abbiamo parlato della gente che parte dal proprio paese per un determinato motivo (profughi). I profughi non hanno piacere di partire dal proprio paese d’ origine, e una legge qui in Italia li accoglie più che bene. Ma noi vorremmo rendere felici queste persone, e quindi abbiamo pensato di cercare un modo per far terminare le guerre. Qualcuno di noi ha pensato di fermarle in modo pacifico mettendo delle leggi o altro. Ma dico io: se al popolo non piace la guerra, è proprio il popolo che può fare la differenza e non prendere parte alla guerra e fare la differenza. Almeno per me esiste un modo pacifico per fermare le guerre se si accordano i capi di stato in conflitto per trovare una soluzione. Dall’argomento guerra ci siamo collegati all’ISIS, su cui abbiamo parlato molto. Abbiamo pensato su come fermare gli atti terroristici dell’ ISIS, ma non è uscita subito una soluzione. Ci siamo soffermati molto, perché era davvero difficile, e allora abbiamo fatto uno schema su cui non siamo riusciti a lavorare per molto tempo, ma almeno abbiamo capito cosa è meglio fare. Bisogna eliminare tutte le cose “orribili” che generano ISIS, si devono equilibrare le ricchezze invece di derubare o sfruttare e bisogna voler bene al prossimo invece di farlo soffrire. Questo progetto mi ha fatto capire molto quanto la convivenza sia difficile. Questi incontri mi hanno anche insegnato a rispettare l’ altro e secondo me ha fatto pensare molto anche i miei compagni su come la civiltà, la convivenza e rispettare il prossimo servono a far funzionare il Pianeta come un grande organismo per vivere bene insieme. Se tutte le persone del mondo seguissero un progetto di pace, costoro cambierebbero le proprie mentalità e forse anche il mondo. Matteo C. Pochi giorni fa io e la mia classe abbiamo fatto un altro incontro con una “portatrice di pace” di nome Stella. Stella ci ha illustrato una mappa del Mediterraneo con sopra segnalati alcuni punti da dove provengono gli immigrati. La prof. ci ha raccontato che durante il viaggio nel deserto del Sahara ad ogni persona viene fornita una tanica d’ acqua e se capita che durante il viaggio la tanica di acqua si rompe bisogna trovare un compagno con la quale dividere l’ acqua, e se non accade qualcuno può anche morire di sete. Uno dei percorsi che compiono gli immigrati è quello di partire dalla Libia, perché li’ ci sono persone senza scrupoli che fanno un vero e proprio commercio di uomini, e sbarcare a Lampedusa per poi salire dall’ Italia verso il nord Europa. Alessandro F.

Nel 2013 c’era un ragazzo di colore che è venuto a Napoli dal Burkina Faso. Lui e suo fratello erano minorenni quando sono partiti e quando sono venuti qua a Napoli nel 2011 sono stati ospitati in albergo per un anno e mezzo. La scuola li ha accolti perché ne ha scoperto per caso la loro presenza. Il fratello più grande, diciassette anni, non aveva tanta voglia di studiare; Soumaila, quasi sedicenne, è rimasto 2 anni in questa scuola; le prof gli hanno comprato i libri per studiare; ha imparato a leggere e a scrivere perché era analfabeta e la scuola era troppo lontana dal villaggio dove abitava in Africa.

Dopo la terza media ha lavorato un anno alla mensa della scuola con un contratto regolare e adesso ha trovato un lavoro in una pasticceria a Pozzuoli, ora parla italiano, ha dei cari amici italiani e adesso finalmente sta bene. Il suo permesso di soggiorno scadrà nel 2017 ma se lavorerà in modo regolare gli potrà essere rinnovato.

Genny B.

 

Gianmarco, attraverso ragionamenti, il dialogo ed esempi, ci ha fatto riflettere sulla ricerca delle verità. Ci ha fatto vedere delle immagini di un bidone della spazzatura e molti di noi abbiamo attribuito subito l’immagine a Napoli perché noi uniamo degli oggetti o immagini ad idee secondo associazioni mentali: spazzatura = Napoli panettone = Milano.

Alcune associazioni sono belle, altre brutte. Abbiamo anche parlato dell’ISIS. Quando poi è arrivata Stella, dell’Associazione Garibaldi 101 che si occupa di immigrazione e di violenza contro le donne, abbiamo parlato degli immigrati che ci sono in Italia e del perché vengono ed abbiamo scoperto che fanno un viaggio molto lungo e molto duro attraverso l’Africa per poi arrivare nel Mediterraneo rischiando molto, la morte, a causa dei naufragi delle barche e dei gommoni o la reclusione ed il percorso dura anche 2 anni ed alla fine neanche li vogliamo! Antonio A.

 

Oggi nel mondo ci sono 52 guerre. Queste guerre sono combattute in nome delle divisioni e delle differenze. Tutto questo solo per la mentalità sbagliata della gente così la gente è costretta ad emigrare dal proprio paese, e sottolineo costretti. Questo significa che la gente parte, non è felice, ma una legge in Italia li accoglie molto volentieri, ma gli immigrati non sono sicuramente più felici. Quindi se vogliamo che quella gente sia felice dobbiamo trovare un modo per far terminare le guerre e gli atti terroristici dell’ISIS e poi questi atti di violenza portano soltanto al sottosviluppo e ad una difficile convivenza fra tutte civiltà. Lino B. L’incontro con Gianmarco è cominciato spiegando i fatti dell’Isis e noi ponevamo le domande e lui rispondeva e poi dopo del tempo ci ha mostrato delle immagini. Noi dovevamo dire dove erano state realizzate e se sbagliavamo lui ci correggeva perché le nostre risposte erano date in base alle nostre certezze. Dopo abbiamo affrontato l’argomento della diversità e uguaglianza che per me significa avere tutti uguali diritti e essere trattati con lo stesso rispetto. E poi abbiamo parlato della guerra dei popoli e poi hanno spiegato che la guerra non serve, che deve rimanere solo la pace; poi ci hanno spiegato che non dobbiamo rispondere alla guerra. E noi siamo d’accordo. Samuel E. e Giuseppe D’A. Abbiamo visto immagini che mostravano palazzi bombardati, fabbriche abbandonate, spazzatura per terra. Tutti noi pensavamo che quest’ultima immagine fosse stata scattata a Napoli, ma non era così. E abbiamo anche tentato di attribuire la provenienza di tanti ragazzi presenti in una foto basandoci solo su nostre idee. E non siamo stati capaci. Sbagliavamo perché ci siamo basati su pregiudizi. Alessandro A.

 

                      Due mani                                           Tante mani

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